Bressingham – Diario di una volontaria Giorno 4

E’ venerdì, ultimo giorno della mia prima settimana. Anche oggi arrivo mezz’ora prima e passo a salutare Phil e lo osservo attentamente mentre taglia il bordo di un’aiuola con la mezzaluna – sembra facilissimo. Nella mia carriola ho una mezzaluna che vedrò di rodare quanto prima.

La giornata è caldissima, il sole è quasi insopportabile. Mi dirigo alla zona del futuro giardino giapponese dove mi é stato detto di andare a pulire le Eriche dalle erbacce. Questo signor Jerry, con cui dovrei lavorare oggi, non si fa vedere ma intanto arriva Matt il figlio di mezzo del signor Bloom. Gentilissimo, parliamo di tante cose mentre lavoriamo ai rispettivi compiti. Mi sembra di averlo sempre conosciuto, una sensazione stranissima. Scopro che 6 anni fa ha mollato la sua vita nel Lake District per venir a dare una mano al padre ed al fratello Jason nella gestione dell’azienda di famiglia alla morte improvvisa della madre. Gli chiedo se ha dovuto sradicare la famiglia con bambini e mi dice a malincuore che la compagna non lo ha seguito. Mi si stringe il cuore e non posso fare a meno di pensare a quanti sacrifici si fanno per portare avanti un sogno, un progetto di vita; che tanto più grande è il progetto, e tanto più amore ci sia stato messo, tante più generazioni saranno coinvolte. Poi la vita ti presenta sorprese che non immagini, non sempre belle, non sempre brutte. La profondita’ nella sua voce mi ha fatto intuire che io non ho che visto la punta di questo immenso iceberg che é la storia della famiglia Bloom.

Mi racconta che la pagoda è frutto di un lungo studio nato dopo il viaggio fatto tre anni fa con il padre in Giappone dove sono andati a vedere le Hosta spontanee. Gli era rimasta la voglia di ricreare a Foggy Bottom un angolo di quiete ispirato a quel viaggio, ma reinterpretato personalmente e adattabile alla vita inglese. Si è divertito a progettarla e ora, nei ritagli di tempo la sta costruendo con le sue mani. Percepisco che il processo intero è il suo tempio, la sua meditazione. E’ probabile che non ci andrà mai una volta finito di costruirla.

A pranzo vado a passeggio nel Dell Garden dove lavoreró la prossima settimana. Scelgo ancora un’altra panchina panoramica.

Mi diverto ad osservare la troupe di ‘Great British Gardens’ che filma Carol Klein mentre intervista Jaime il curatore del Dell Garden. La vedo Gardener’s World alla BBC e vederla qui per le riprese mi conferma, se ancora avessi dubbi, che sono proprio dentro questo mondo.

Quando si parla di Bressingham si parla  della storia del vivaismo inglese del XX secolo a opera della famiglia Bloom. Già nel 1926 Alan Bloom, il padre di Adrian, aveva un eccellente vivaio di perenni nel Cambridgeshire. Verso gli anni ’40, grazie all’enorme successo del suo vivaio e del suo marketing, decise di spostarsi a Bressingham dove acquistò 1 km quadrato di terra attorno un maniero. A causa di una terribile gelata ed un’estate di siccità si trovò a dover andare in Canada per proseguire con l’enorme opera vivaistica per qualche anno prima di poter tornare a Bressingham e sviluppare una delle più influenti idee nel giardinaggio moderno: le ‘island beds’ ovvero aiuole indipendenti che permettevano alle piante perenni di crescere al meglio delle loro potenzialità senza bisogno di sostegni. Semplicissima e banale oggi, l’aiuola indipendente fu snobbata e criticata profondamente dai grandi signori del giardinaggio inglese, accaniti conservatori del tradizionale long border e dei colori pastello. a 60 anni di distanza il mondo del giardinaggio contemporaneo segue a grandi linee i concetti da lui introdotti. Un genio! un pioniere!

Quando parlo del Dell garden, mi riferisco al giardino originale creato appunto da Alan Bloom fino agli anni ’70 dove essenzialmente metteva in mostra le sue piante, offriva ispirazione per abbinamenti e si divertiva a stuzzicare la sensibilità dei visitatori con piante dai colori accesi, carichi e dalle forme esotiche.

Il Dell è oggi curato da Jamie Blake, il genero di Adrian Bloom, marito di una delle figlie nate dal secondo matrimonio. Lui si definisce curatore perché ha deciso di mantenere il giardino esattamente come lo aveva ideato e creato suo suocero.

Dopo pranzo torno a Foggy Bottom dove finalmente arriva il famoso Jerry. Mi viene detto di andare insieme a lui a pulire dall’ Epilobium hirsutum una zona non lontana dalla pagoda.

Già che ci sono, avendo visto del convolvolo in mezzo alle Crocosmie (sembrano Lucifer per altezza e colore, ma stanno perfettamente erette) decido di togliere pure quello. Capisco perchè non me lo avesse chiesto il signor Bloom nel giro di due minuti. Per toglierlo, se non fai attenzione, strappi con lui anche le Crocosmie. Meglio lasciar stare.

Quando a fine giornata passa il signor Bloom, gli faccio i complimenti per la crocosmia. Mi dice che è una sua selezione che sta per mettere sul mercato. Commento che è bella come la Lucifer, solo che sta bella dritta invece di sdraiarsi e scherzosamente suggerisco di giocare proprio sul difetto della Lucifer in una eventuale campagna pubblicitaria. Senza scomporsi mi risponde che sebbene la Lucifer abbia quel difetto, si è rivelata nel tempo la miglior Crocosmia in assoluto e non si sentirebbe mai di sminuirla, oltre al fatto che è stata una delle migliori piante selezionate e commercializzate da suo padre Alan Bloom. Che figuraccia … devo stare più attenta a quello che dico.

La giornata finisce velocemente e con grande entusiasmo all’idea di fare una gita esplorativa con Judith domani.

NOTA sulla CROCOSMIA LUCIFER

La Crocosmia Lucifer, di un eccezionale rosso fiammante, produce una vegetazione abbondante e di lunga durata. Fiorisce ininterrottamente da luglio a settembre con bellissimi fiori da recidere che crescono fino ad 1 metro di altezza. É la Crocosmia più diffusa al mondo. Però, ha la tendenza ad aprirsi nel centro dopo qualche anno se non viene tolta, divisa e ripiantati i bulbi abbastanza in profondità.

Così negli anni Adrian e Jaime hanno selezionato altre varietà dal colore altrettanto intenso, ma leggermente più basse e molto compatte. Adrian, che è un burlone, fa sempre giochi di parole che non sai bene come prendere (se li capisci innanzitutto) e mostrandomi la Crocosmia evoluta da Lucifer dice: avrei pensato di chiamarla Lucifer Match e ride aspettando una mia reazione. L’espressione sul mio viso era evidentemente persa. ‘Match… come fiammifero… Lucifer … fuoco… Inferno… ma anche match nel senso di essere uguale.. cioè il colore uguale….’ Finalmente compreso il suo ragionamento, sorrido mentre lui dice che forse non è poi così ovvio a tutti e quindi non il nome ideale.

5 thoughts on “Bressingham – Diario di una volontaria Giorno 4

      1. Juna Celada says:

        ciao Erica, abbiamo letto con grande interesse il tuo diario su Bressingham e hai risvegliato in noi il desiderio di tornare quanto prima in UK con Viaggi Floreali, anche grazie alla tua capacità di raccontare di fiori e giardini. Un abbraccio. Juna&Riccardo

      2. ericavaccari says:

        Che piacere sentirvi! Voi siate stati i primissimi a venire con me a Bressingham nel 2018. Ricordo che a Riccardo erano piaciute tantissimo le locomotive a vapore!

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