Dolce, decadente Sicilia 2

La seconda parte del mio viaggio esplorativo della Sicilia Orientale inizia con un invito, molto gradito, da parte di  Giangiacomo Borghese e sua moglie Virginia, oggi proprietari dell’ Azienda Agricola Il Biviere.

Parto dopo una passeggiata mattutina nel borgo marinaro di Bruscoli dove vedo per la prima volta tutto intero l’Etna.

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Fondato da Scipione e Miki Borghese, il Biviere, oltre ad essere una virtuosa azienda agrumicola biologica, è un monumento all’ Amore – amore per la vita,  per la terra, per la bellezza.

Come altre realtà scoperte in questi giorni, anche il Biviere è nascosto dietro altissimi muri nel mezzo dell’abbandono della campagna. Circondata da discariche e anarchia, la realtà dei Borghese splende come un’oasi in mezzo al deserto. Mi rincuora sempre  la gentilezza, apertura ed accoglienza di persone squisite in mezzo a tanto degrado.

Non facilissimo da trovare, ma guidata al telefono da Virginia, giungo velocemente al Biviere con un temporale in agguato. Ad accogliermi trovo Giangiacomo Borghese, un bellissimo uomo che si scusa per il maltempo e per la sua poco approfondita visita guidata in quanto non è lui l’artefice del giardino, ma sua madre.

Questo luogo non ha bisogno di essere spiegato per essere capito e apprezzato, pensavo in silenzio mentre Giangiacomo mi raccontava invece l’interessantissima storia di come venne ad esistere il Biviere. Nel 1968 Miki e Scipione Borghese decisero di trasferirsi a Lentini, alla Tenuta il Biviere, proprietà che consisteva del Lago e le due Case e che  venne data in feudo ad un antenato da parte materna di Scipione tramite un editto di Re Martino nel 1392, editto tutt’ora conservato nell’Archivio di Stato a Palermo. Scopro così che Borghese è una tra le più illustri e antiche famiglie italiane.

La tenuta si trova dove un tempo vi era il lago, un lago molto ricco di pesci che fece per secoli la fortuna delle famiglie della zona. La casa aveva il suo porticciolo, proprio dove ora giace il bellissimo giardino di piante esotiche. Non a caso Miki Borghese, lo definisce ‘Il Giardino che non c’era’. Il Lago fu infatti bonificato proprio negli anni ’30 – a testimonianza della trasformazione, Giangiacomo mi mostra delle vecchie fotografie scattate prima e dopo la bonifica.

Mi racconta come la madre, veramente appassionata di giardino, grande amica di Ettore Paternò, inizio a fare il suo giardino attorno all’antica dimora dove una volta c’era il lago.

Il risultato non ha bisogno di spiegazioni, come potete vedere dalle foto.

Interessante invece la professione di Virginia, nutrizionista di professione e chef per passione, che ha deciso di offrire al Biviere anche la possibilità di trascorrere una giornata imparando a cucinare in modo sano, colorato e sfizioso in questo ambiente unico.

Ci lasciamo col sorriso e con un gran temporale. Arrivederci nuovi amici Borghese. A presto. Sul sito dele Dimore storiche Italiane potete leggere una descrizione integrale.

La giornata prosegue con un bellissimo (e bagnatissimo) incontro con Rachel Lamb, la capo giardiniera della tenuta del Marchese di San Giuliano a Villasmundo.

Nei giorni passati, quando nominavo questa mia futura visita, tutti alzavano le mani dicendo – ah quello si che è un bel giardino – il più bello di Sicilia. Le mie aspettative erano alte… ma più grande era la mia curiosità di vedere un giardino siciliano di succulente nelle mani di una giardiniera inglese.

Quello che più mi intriga nel mio girovagare per giardini, sono proprio le storie di proprietari e giardinieri, in fin dei conti il giardino è espressione delle persone che ci mettono testa e mani, ed ero molto incuriosita da questo inusuale ‘matrimonio’.

Ma Rachel, da rispettosa inglese, non parla di sé o del suo lavoro, mi porta in una visita del giardino per conto del Marchese, nonostante la sua dipartita. Una persona, come mi ha raccontato Rachel, di una tale sensibilità e passione per le piante in via di estinzione, da farne una collezione nel giardino di casa.

Oggi la proprietà è parte di una azienda agrumicola. Oltre al giardino di succulente, la dimora ospita un giardino omaggio all’origine araba degli agrumi, un giardino basato sul concetto arabo di distribuzione dell’acqua, con una collezione completa di agrumi e piante esotiche di vario genere.

Negli ultimi 4 anni, racconta Rachel, il Marchese, aveva deciso di rimettere mano al giardino proprio davanti la casa, per poter ospitare la sua crescente collezione di cactacee. Sembra banale, dice, ma la scelta delle forme, altezze, e colori delle piante non è stata per nulla scontata – il giardino è già maturo e funziona, e creare un giardino tanto particolare e diverso da ciò che lo circonda, tenendo in considerazione anche la struttura antica della casa padronale, richiede tanta osservazione e rispetto.

RISPETTO è la parola che rimane con me per il resto della visita e della giornata.

Rispetto per le scelte del Marchese, per la tradizione locale, per i pieni e vuoti che fanno poi l’armonia del giardino, rispetto dell’origine araba degli agrumeti che hanno fatto la fortuna, un tempo, anche di questa tenuta.

Alla fine della visita prendo coraggio e chiedo a Rachel come mai fosse venuta in Sicilia. Mi dice che già lavorava in giardini mediterranei da anni, prima in Libano, poi a Roma e poi nel sud della Francia dove aveva approfondito la conoscenza delle piante mediterranee. La sua dedizione, la curiosità e le ormai consolidate competenze sono giunte alla conoscenza del Marchese di San Giuliano, che stava cercando una persona capace di trasformare e sviluppare il parco e giardino assieme a lui. E così, una serie di coincidenze l’hanno portata a sapere di questa posizione a San Giuliano.

Scesa all’aeroporto di Catania – nel tragitto per raggiungere San Giuliano, 16 anni fa, si disse che non sarebbe mai, e poi mai, rimasta in questa terra desolata e violentata.

Malgrado il primo impatto, una volta arrivata a destinazione e conosciuto il Marchese, la sua certezza diventava sempre più debole e alla fine dei 3 giorni passati con lui alla tenuta firmò il contratto e non se ne pentì mai. Alla domanda ‘cosa ti tiene qui?’.. abbassa lo sguardo, pensa e dice ‘… non saprei dirti una sola cosa, sono consapevole di tutto il degrado li fuori, ma c’è qualcosa in questa Sicilia che ti rapisce, ti si appiccica addosso e non ti lascia più andar via.’

Durante il viaggio verso sud ripenso alle parole di Rachel guardandomi attorno e comprendo quel suo sentire.

Il mio pomeriggio mi porta a voler rivedere un luogo a me molto caro dove trascorsi l’inverno tra il 2010 e 2011: La Riserva di Vendicari vicino Noto. Piove, ma il ciclismo e l’andar per giardini mi hanno insegnato che la fortuna premia gli audaci quando si parla di clima. Può ben essere che smetta anche solo per un’ora .. proprio l’ora che serve a me!

E così è stato. Lascio la macchina in mezzo ad un campo di mandorli adibito a parcheggio custodito da un gruppo di ragazzi ventenni tra cui un siculo, un rumeno, due africane – tutti sorridenti e disponibili.

Esce il sole grazie al forte vento. Il mio obiettivo è di raggiungere Calamosche – e se il tempo lo permette, di arrivare fino alla tonnara e vedere la spiaggia di palline di Posidonia oceanica. I miei ricordi erano colorati di oxalis e mandorli in fiore,  mimose, zagara e tanto vino… Era un periodo difficile della mia vita, ma in qualche modo questa riserva, la sua natura, le lunghe passeggiate con i cani che addottai proprio in questa Sicilia di cani randagi, sono stati l’inizio della cura, della mia risalita. Come non aver voglia di tornare e ringraziare, e vedere con occhi diversi ed un cuore forse più pieno di grazia questo luogo per me tanto importante?

Come me la ricordavo io

Stagione diversa, colori diversi, mente diversa, ma lo stupore è rimasto inalterato.

Nel passeggiare in questo perfetto giardino mediterraneo spazzato dal vento, ho fatto incontri gentili ed interessanti tra cui un Aostano simpatico che con il suo cioccolato di Modica mi ha tirato su da una ipoglicemia estemporanea, e un uomo brillante che guarda caso, conosce tante delle persone che ho incontrato nei giorni appena trascorsi tra giardini. Paolo Uccello – botanico, guida ambientalista, esperto di fito alimurgia, si offre di accompagnarmi (stava chiudendo il centro visite della Riserva per andare a casa, ma la comune passione per le piante spontanee lo ha animato) a conoscere alcune delle piante più interessanti di questa riserva tra risate e stupore.

Ci salutiamo sotto la pioggia e mi indica una scorciatoia tra i campi per tornare alla macchina (ho camminato 8 km). Prima di incamminarmi vedo un anziano signore che vende carrubbe e mandorle e faccio scorta pensando alla lunga camminata e al languorino che sento.

Finisco la giornata nell’antico borgo di pescatori non lontano: Marzamemi. Come volevasi dimostrare, il tempo cambia inaspettatamente, esce il sole e non se ne và più.

Marzamemi è un gioiellino, una perla racchiusa dentro uno scrigno di fatto di abusivismo, abbandono e degrado…. cercando di raggiungerlo penso all’assurdità di questa realtà e decido di non pensarci – mi godo un bel bicchiere di vino in riva al mare, con il sole caldo che mi asciuga le ossa…. domani è il mio ultimo giorno e me lo voglio godere al mare… lontana da brutture umane…

Il mio ultimo giorno di Sicilia (confesso che ho provato a cambiare il biglietto per estendere la mia permanenza) è glorificato dal sole caldo e dall’aria tersa dell’estremo sud della Sicilia. Decido di ascoltare il consiglio di una amica modicana e vado a Sampieri che, a differenza di Marzamemi, è un borgo autentico, sul mare, con belle spiagge e i dintorni sono pure molto curati e belli, come tutto il ragusano.

Prima di andare in spiaggia però ascolto un’altra amica di Catania che a Sampieri ha trovato presso amici vivaisti, il suo personale rifugio dove con suo marito Francesco scappavano appena possibile per ricaricare le pile. Così vado in cerca del Vivaio e Dimore del Valentino e mi lascio conquistare dall’armonia di questo luogo.

A parole non sarei in grado di descrivere l’atmosfera di questa masseria poi trasformata da Giovanni e Marina, quasi per gioco, in un vivaio di succulente (molte rare). La tranquillità, la semplicità fatta di gesti antichi, la luce intensa smorzata da lussuriosi piante rampicanti al centro della masseria che oggi ospita un B&B molto accogliente… Lascio alle foto il compito di comunicare.

Finalmente … mi regalo un pomeriggio al mare con nuotata, il 6 ottobre … sapendo che fra due giorni sarà al freddo a pochi km dalla Scozia.

Ciao Sicilia… a presto!

 

 

 

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