Da anni vedo le foto di Pensthorpe Park, alcune splendide proprio del figlio più piccolo di Adrian, Richard Bloom, plurivincitore del rinomato premio IGPOTY (International garden photographer of the Year – penso sempre all’amica Rosanna Castrini che mi ha fatto conoscere il concorso attraverso le sue foto) e con Judith decidiamo di andare a visitarlo.
Con una certa sorpresa, al nostro arrivo vediamo che si tratta di una sorta di grande parco avventura per bambini; Conoscevo Pensthorpe per il Millenium garden progettato da Piet Oudolf, i cui giardini conosco bene essendo stata numerose volte in Olanda, anche nel suo studio a Hummelo. Ero curiosa di vedere come si comporta un suo tipico matrix garden in un ambiente più naturale – del resto da quello che avevo letto, Pensthorpe Park è un parco naturalistico, riserva faunistica sviluppata attorno ad una serie di laghetti.
Il parco in se non è altro che una zona umida, dove naturalmente ci sono diversi tipi di anatre e uccelli su una superficie di 300 ettari. Non ci sono fiori spontanei. I sentieri sono anonimi, nulla di interessante da vedere. Ad ogni cancello c’era un gel per le mani (Covid) da usare prima di toccare il cancello. Per attirare i visitatori son stati messi dei fenicotteri rosa e delle gru in gabbie tristissime e il progetto fiorito di Oudolf sembrava un ago nel pagliaio-anche se devo dire bellissimo. Eppure era pieno di famiglie con bambini, che invece di andare gratuitamente a fare una passeggiata in natura, pagano 50 sterline in 4 per la comodità di avere i servizi a portata di mano, dei pieghevoli con idee per attività da fare con i più piccoli, con i sentieri segnati in modo chiaro, soprattutto con il parco avventura al chiuso. Sarà che io son cresciuta sul Carso Triestino, zona dalla ricchezza e varietà botanica invidiabile, dove ogni sentiero ti regala stupore ad ogni passo, sarà che le uniche gite erano per prati e boschi dove mio padre mi raccontava delle varie piante, sarà che negli anni della mia infanzia l’Italia era molto povera e la mia famiglia un po’ assente per via del lavoro a turni, e son cresciuta inventandomi i giochi da sola usando cortecce, rami, terra, foglie e fiori. Fatto sta che io un posto come Pensthorpe lo trovo assurdo da un lato, e geniale dall’altro, soprattutto magari vicino una grande città, dove le famiglie possono, senza dover esser troppo creative, passare una giornata all’aperto. Penso a quanto la gente sia ormai abituata a farsi dire come passare il tempo libero. Ma penso anche a quanto intelligente sia il sistema inglese di valorizzare economicamente un luogo naturale di poco appeal (zone umide che sono a rischio estinzione con tutte le specie di insetti che vivono solo in questo ambiente e che sono fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema) attraverso la costruzione di un giardino contemporaneo fatto da uno dei designer più acclamati al mondo e, appunto, servizi come ristoranti, negozi, attività che non hanno nulla a che fare con le zone da preservare, ma che generano i fondi necessari a poterle mantenere in autonomia.
Purtroppo, a causa del Covid, al ristorante non è possibile mangiare altro che un panino. Un pò insoddisfatte ce ne andiamo a vedere un giardino di cui ho sentito parlare molto da un amico bulimico di giardini, dove trovo un giardino quasi tropicale, molto eccentrico, non molto ben tenuto (la chiusura per Covid, oltre alla siccità calda della primavera, ha fatto disastri quest’anno) ma con dei giardini in vaso invidiabilissimi.
Torno a casa con una conferma di stima infinita nei confronti della famiglia Bloom, che nonostante il lockdown di 9 settimane, la siccità e le risorse ridotte all’osso, è riuscita a tenere il giardino in splendida forma, perfetta direi.
NOTE sui Giardini in Vaso
Nei tanti anni di Viaggi Floreali abbiamo visto tanti tipi di giardino in vaso. Quelli che mi sono rimasti nel cuore più di ogni altro e che ho voluto proporvi sono i vasi di Cothay Manor. 25-40 piante semi rustiche in un solo vaso, per uno spettacolo continuo da maggio a novembre.
Le composizioni di giardini in vaso vanno fatte a marzo/aprile, quando le piantine, in genere piante perenni semi rustiche , sono piccole. Queste piante sono ideali perchè fioriranno fino le prime gelate se adeguatamente bagnate e nutrite settimanalmente con un fertilizzante foliare (Mary Ann usa un fertilizzante chimico a composizione NPK 15:15:30. Ideale uno con il 15% di nitrogeno sotto forma di nitrati 8.5%, ammonio 3.0% e urea 3.5%. Mary Ann usa il Chempak 4, ma son certa si trovi qualcosa di naturale o comunque di equivalente anche in Italia)
Preparazione: immergiamo tutti i vasetti delle singole piante in un secchio d’acqua (per essere sicuri che siano ben bagnate le teniamo in acqua finchè non escono più bolle d’aria).
Prendiamo un vaso grande alto almeno 50 cm e largo 26-30 cm.
Lo riempiamo di buon compost fino a 12-15 cm sotto il bordo del vaso.
Puntiamo a far stare quante più piante possibile.
Prepariamoci con 20 piante.
La pianta centrale sarà più grande e più alta, vaso da 14-16 cm rimane nel suo vaso, tagliando il fondo, e va piantata su una collinetta di terra.
Poi metteremo 6 piante in vaso da 12 cm
e le altre in vaso da 10 cm.
la pianta centrale deve essere alta
Perenni semi rustiche
1 anisodontea capensis (malva africana) 1 m h
2 Sphaeralcea ‘Hopleys Lavender’ 90 cm h
3 argiranthemum gracile ‘Chelsea Girl’ 60 cm h
2 gaura bianca
2 salvia fulgens rosa
2 argyranthemum rosa Madeira Deep Pink Bonmadepi 50 cm h
2 Glandularia /ex verbena) messi di sbieco, cosi da farli strisciare fuori
3 elicriso petiolaris messi di sbieco, cosi da farli strisciare fuori
le altre piante si piantano molto vicine al vaso centrale
5 pisello odoroso in celle da 5 cm vanno inserite dove rimane qualche buchino, si arrampicheranno sulle altre piante.
Vedi qui il video di Cothay Manor