Lunedì 20 luglio
Dopo un fine settimana piacevolissimo, parto con largo anticipo e volo sui pedali – mi sento forte, prendo subito un buon ritmo e mi sembra di non sentire alcuna fatica. Giunta alle pale eoliche sul mio percorso capisco che non sono magicamente diventata Bartali, ho semplicemente il vento a favore.
In poco più di mezz’ora raggiungo il giardino e prendo coraggio per presentarmi a Jaime e la sua assistente Helen. Ho capito che qui bisogna farsi strada da soli e inizio a divertirmi a farlo.
Mi sento la solita stalker ad inseguire Jaime mentre, sguardo basso, sta rifilando i bordi delle aiuole con il suo diabolico strumento – uno strimmer con una fresa a rotella che lui maneggia con una tale velocità e precisione da esser diventato in effetti uno spettacolo per diversi visitatori.
Molto imbarazzata dal fatto che non mi vede, non mi sente, o forse non vuole essere disturbato …. non so come comportarmi – vero è che voglio parlarci, possibilmente senza risultare troppo inopportuna.
Niente, vado a parlare con Helen che mi sembra più libera e con grande sorpresa mi accoglie dicendo che sa già tutto di me, avendo parlato con Phil. Intanto arriva Jaime e io scoppio in un pianto sconsolato – sorprendendo me in primis – e tutti gli altri di conseguenza. Sono stanchissima e mi sento male all’idea di stare altre 3 settimane accucciata a togliere erbacce e ho la sensazione di star buttando via il tempo. Jaime mi confessa che purtroppo la natura del giardino è tale che tutti lavorano da soli per riuscire a coprire tutte le zone, ma che in effetti è ingiusto imporlo ad un volontario che viene con la mia assiduità. Dice anche che Adrian aveva menzionato che avrei affiancato Phil questa settimana e che lui stesso avrebbe chiesto ad Adrian se poteva prendermi con se uno o due pomeriggi.
Penso a quanto sia importante mostrare le proprie emozioni e chiedere ciò di cui abbiamo bisogno. Anche qui nella fredda Inghilterra.
Rincuorata me ne vado da Adrian che con grande sorpresa mi dice che per tutta la settimana lavorerò nel suo giardino privato la mattina e affiancherò Phil e Jaime nel pomeriggio. Noto con piacevole sorpresa che nella carriola mi ha messo un materassino di neoprene tutto rosa per i lavori da fare in ginocchio.
Considerando i miei dolori alla schiena, mi viene proposto di lavorare in piedi e di fare la potatura ‘naturale’ di un tasso dorato bellissimo, tenuto a forma sferica ma potato in modo morbido rispettando a mantenendo le singole gemme, di una Berberis porpora, e di un viburno.
Mi sento un po’ a disagio ad aver pensato male, ma velocemente decido che se non avessi detto nulla sarei ancora inginocchiata a togliere Oxalis.
Oggi quindi ho usato le shears (Forbici da potatura) per il viburno che non richiedeva una potatura selettiva, mentre per le potature al naturale ho usato le normali cesoie, per avere il massimo controllo. Arbusti e alberi ben potati hanno un aspetto naturale: non sembrano potati. Una buona potatura è essenzialmente invisibile.
E’ un lavoro che richiede grande concentrazione e osservazione costante, risultando, stranamente, rilassante.
Oggi mi è stato chiesto anche di irrigare. Banale diresti. Ma oggi ho davvero toccato con mano quanto sia, invece, problematico il cambiamento climatico in questa zona. Il giardino non ha un sistema di irrigazione perché quando è stato creato non ce n’era bisogno e adesso, con estati secche e temperature sopra i 30 gradi come adesso, necessita di costante irrigazione manuale. Un vero problema, sia per il tempo che comporta spostare le gomme e gli sprinklers ed il costo dell’acqua.
Subito dopo pranzo vado a cercare Phil nel ‘fragrant garden’ ovvero la zona di unione tra il Dell e Foggy Bottom, caratterizzato da piante aromatiche.
Il mio compito di questo pomeriggio è di potare la nepeta… tanta nepeta.. un fiume di nepeta (Nepeta racemosa ‘Walker’s Low’). In questo giardino, infatti, la nepeta viene utilizzata come elemento riempitivo, quasi un collante che dà unità alle bordure. Viene usate in grandi quantità in mezzo ad altre perenni. E’ spettacolare a inizio estate con la fioritura copiosa delle sue spighe violacee, e se tagliata appena inizia a sfiorire, regala velocemente una seconda fioritura. Data la quarantena, non è stato possibile potarla al momento giusto, e le fioriture si stanno già accavallando. Il compito quindi è di tagliare del tutto i rami sfioriti tutto attorno, mentre tagliare di 2/3 la parte centrale, facendo attenzione di non tagliare i getti nuovi.
La nepeta ha un odore molto forte e caratteristico, che con questo caldo viene esaltato e ti avvolge pienamente.
Questo mettere ordine alle bordure mi appaga tantissimo, vedo subito il risultato del mio lavoro, e nonostante sia impegnativo fisicamente non pesa poi così tanto: certo il materassino di Adrian oggi ha fatto la differenza.
Penso a quanto sia sempre presente la componente psicologica in tutto quello che facciamo. Penso alla mia amica Penny Pritchard di Cleave Hill, nel Devon ed al suo giardino gioiello. La sua filosofia prevede che il giardino sia composto da tante piccole zone ben delineate (da piante, muretti, gradini) affinchè sia fiscamente e mentalmente più facile farne la manutenzione. Dedicandosi ad una piccola zona alla volta, si ha sempre la gratificazione di poter iniziare e finire il lavoro intrapreso, su un’area piccola, senza farsi prendere dallo sconforto vedendo quanto lavoro c’è ancora da fare in altre zone. Very clever!
Rientrando in bicicletta mi sento stanchissima, gli ultimi due chilometri contro vento sembrano interminabili. Arrivo a casa stremata e senza avere la forza per una doccia mi sdraio, addormentandomi per 3 ore. Ringrazio il cielo per essere a casa di Judith anziché in qualche B&B da sola. Gentilmente mi sveglia portando con se il profumo della zuppa che ha preparato per cena. Penso a quanto l’entusiasmo possa far passare in secondo piano i sintomi della stanchezza. Penso alla fortuna di potermi dedicare così intensamente ad una cosa nuova. Penso a quanto questo Covid per me sia stato un dono.
NOTA sulla NEPETA
Tratto dal Libro di Adrian ‘Bloom’s Best Perennials and Grasses’ (Timber Press 2010)
Nepeta racemosa ‘Walker’s Low’
Le nepete da giardino più amate e diffuse vengono per lo più dall’Europa meridionale. La Nepeta racemosa nelle sue diverse varietà cresce bene in terreno sassoso e ben drenato, ben esposta al sole ma anche in mezz’ombra, ha foglie grigio verdi e fiori che possono variare dal lilla al blu intenso, possono raggiunge fino i 90 cm di altezza. Può essere potata fino a 4 volte nel nostro clima italiano per gioire di molteplici fioriture.