Diario di una Volontaria 10

Oggi, essendo domenica, prendo tutto con molta calma. Mi alzo tardi e faccio colazione con le anatre nel giardino. La giornata è gloriosa, come dicono gli inglesi. Una leggera brezza, il cielo terso color cobalto, il maestoso salice piangente ondeggia sinuoso, regalando un’armoniosa colonna sonora a questa lenta colazione.

Il programma di oggi comprende un po’ di giardinaggio a casa di Judith, qualche ora di lavoro al computer, la spesa e un incontro di lavoro con Matt Bloom a Bressingham Hall, il maniero B&B.

In circostanze normali, sarebbe tutto abbastanza semplice. Ma vivendo in campagna, a due km dal primo centro abitato, con soltanto una bicicletta da corsa a disposizione e senza internet in casa, tutto si complica richiedendo una certa programmazione e una decisa revisione delle priorità, cosa che, scopro, mi dona una immensa leggerezza, contro ogni aspettativa.

Nell’antico villaggio mercato di Eye, oggi rimane ben poco oltre a una piccola Coop, il pub, il Fish&Chips, macelleria, panettiere, farmacia… ma c’è una tavola calda con tanto di cocktail bar. Proprio qui, alla tavola calda gestita da ragazzi turchi, c’è un’ottima connessione a internet, che ho già testato venerdì mattina andando al lavoro. Proprio questo sarà l’ufficio provvisorio di Viaggi Floreali per le settimane a venire.

Ci vado in bicicletta, metto il computer nello zainetto, pensando bene di lasciare spazio anche per la spesa da fare al rientro.

Al mio arrivo alla tavola calda, il gestore mi propone di mettere la bicicletta all’interno, così da potermi concentrare sul lavoro, senza dovermi preoccupare della bici (non ho il lucchetto). Dopo due chiacchiere, alla scoperta della mia nazionalità, sento partire un CD di vecchie canzoni italiane, con un sorriso gigante e un cappuccino XL mi dà il benvenuto nel mio ‘personal office in Eye’. Quanta gentilezza, del tutto inaspettata, del tutto non dovuta e tanto apprezzata!

Quella della spesa è un’attività molto zen, molto riflessiva. In realtà, essere in viaggio e vivere senza automobile in generale ti invita a rivedere le priorità. Improvvisamente, infatti, da quando sono qui, ho dovuto (e voluto) imparare a programmare molto bene gli spostamenti, i pasti, gli approvvigionamenti, lo spazio ed l’energia. Mi sento estremamente grata per l’opportunità che ho avuto di essere ospite a casa della mia amica Judith. Non dovermi preoccupare di nulla e potermi dedicare solamente a me e alla mia nuova esperienza è, me ne rendo conto, un regalo rarissimo alla mia età. A dir la verità, credo di non essermi mai sentita così libera di dedicarmi puramente all’apprendimento neanche negli anni della scuola e certamente non durante gli studi universitari.

Mi soffermo a valutare se questa sensazione sia dovuta a una certa maturità, a una maggiore consapevolezza, o se in effetti la fatica bestiale che ho fatto nei miei anni da studentessa fosse dovuta in gran parte alla mancanza di condizioni serene di base. Ci sarebbe da aprire un capitolo intero sull’importanza della serenità nelle famiglie per sostenere l’apprendimento.

Chiusa questa parentesi, devo confessare che stamattina non sono riuscita a concentrarmi più di tanto sulla scrittura o altro perché ero pervasa da una grande eccitazione all’idea di passare del tempo assieme a Matt. Suo padre ha organizzato un incontro a Bressingham Hall, il maniero ottocentesco di Alan, oggi alloggio turistico, che suo figlio oggi mi farà visitare nell’ottica di poter organizzare dei viaggi Floreali residenziali qui non appena la situazione pandemica lo permetterà.

Da quando ci siamo conosciuti alla Pagoda la scorsa settimana, mi ritrovo spesso ad alzare lo sguardo in giardino sperando di vederlo. E’ una sensazione bellissima ma anche inopportuna forse. Ci siamo incrociati un paio di volte e sebbene avessimo entrambi un sorriso da ebeti sul viso, lui abbassa lo sguardo e se ne va quasi scontroso. Mah?

Comunque come sia andata ve lo racconto domani.

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