Non serve una licenza per passeggiare

Questi ultimi mesi sono stati caratterizzati da molte novità, nuovi incontri e nuove sfide.

Ciò che mi piace della mia vita e del mio ‘lavoro’ è che sono costantemente a confronto con me stessa, con i miei limiti, con persone che mi ispirano, sia per la loro bellezza che per la loro bruttezza. Cerco di utilizzare soprattutto le criticità e i miei errori per crescere e per migliorare. Dico sempre che mi piacerebbe poter comprendere e crescere senza fare certi errori, mi piacerebbe essere così saggia da poter intuire in anticipo – ma ad un certo punto, con 45 anni di vita alle spalle e un certo numero di errori grandi – comprendo ed accetto che la mia modalità è questa: se non ci sbatto il naso non imparo.

Un paio di cose mi sono rimaste ben impresse dai miei studi per il master in TESOL (teaching English to Speakers od Other Languages) a Londra:

  1. Ognuno è dotato di un suo metodo cognitivo – e impara solo in quel modo. Io sono una kinestesica – imparo solo facendo.
  2. Per imparare una nuova materia ci deve essere una forte Motivazione e l’allievo deve poter essere Autonomo.

Vi chiederete perché vi sto raccontando queste cose. Me lo chiedo pure io.. ma vediamo dove va a finire questo racconto…

Mi sento in cammino ormai da molti anni, sento la chiamata verso qualcosa che non ho ancora compreso chiaramente, sento il desiderio di avere uno o più mentori su questo mio cammino, sento spesso il peso sulle mie spalle di questo cammino in solitaria, mi dico che vorrei affidarmi a qualcuno…. e poi mi tornano in mente questi principi su cui ho fondato la mia ‘rinascita’ dopo la malattia del 2005-2009.

Nel 2008 sono andata ad ascoltare il Dalai Lama a Milano per 3 giorni. E’ stata un’esperienza stranissima. A livello intellettuale non ho compreso tutto quello che diceva, certi concetti erano molto distanti dalla mia comprensione, ma ciononostante ero permeata (e son certa anche tutte le altre migliaia di persone presenti) da un fortissimo senso di compassione, dolcezza, pazienza, e allegria.

Oltre a questa bellissima sensazione di essere avvolta in una soffice coperta amorevole, l’insegnamento che più mi ha colpito riguarda nuovamente il sistema cognitivo. Questa volta riguardava la verità e la religione. Il Dalai Lama spiegò che esistono molte filosofie e religioni perché al mondo e nelle varie epoche ci sono stati uomini illuminati che avevano diversi sistemi cognitivi. Più o meno tutte le religioni e le filosofie aspirano alla felicità, la pace, l’amore. Ma avendo sistemi cognitivi diversi, gli esseri umani arrivano alla stessa comprensione usando canali diversi. Il Dalai Lama scoraggiava tutti noi occidentali a cambiare religione a meno che non trovassimo in una religione diversa dalla nostra il modello adatto al nostro sistema cognitivo, o in parole più semplici – ben venga avvicinarsi ad una religione diversa dalla tua se il metodo che ti propone ti aiuta a diventare più paziente, compassionevole, amorevole. Ci invitò a mettere sempre tutto in discussione e non accettare nulla come legge. La religione, la filosofia vanno messe in pratica ed i risultati osservati.

E così negli anni mi sembra di aver compreso che tutti abbiamo qualcosa da dare e da prendere in tutti gli incontri. Ogni persona che incontro può essere mio mentore anche solo per un giorno, a sua insaputa, a suo o mio malgrado. Sta a me riconoscere il valore dell’incontro e lasciare fiduciosamente che le cose accadano…. Lo capirò dopo il messaggio, l’insegnamento. Forse per chi mi legge tutto questo è banale.. per me non lo è stato. L’ego mi ha spesso portata a dare troppa importanza a certe persone il cui esempio non aveva nulla di arricchente per la mia vita, o di ignorare invece altre la cui influenza sarebbe stata molto più positiva e costruttiva.

Così.. insomma.. una riflessione di mezza estate – con le cicale che friniscono e la brezza che mi accarezza i capelli all’ombra della chiesa dei santi Pietro e Paolo di Tomaj.

Ma il titolo di questo articolo è: ‘Non serve una licenza per passeggiare’. Tornando quindi con i piedi in terra, vi racconto di questa riflessione che ho fatto quest’anno durante i viaggi.

Lo sapete che per il 90% i Viaggi Floreali sono frequentati da donne, alle volte sono amiche che viaggiano insieme, altre sono madre e figlia, ma nella stragrande maggioranza dei casi sono donne che viaggiano da sole. Da sole perché il marito non ama l’andar lento tra fiori e giardini, da sole perché non hanno più un marito, da sole perché si vogliono regalare uno spazio personale per stare nella bellezza, da sole perchè era da una vita che sognavano di fare un’esperienza del genere ma non hanno nessuno con cui condividere e l’idea del piccolo gruppo condotto da donne le rassicura.

Ecco questo ultimo punto mi ha tanto scaldato il cuore. Quest’anno in particolare ho deciso di introdurre molte più passeggiate in natura nei viaggi, perché è forse il momento più autentico del viaggio, il momento più avventuroso, dove si lega di più e dove tutte si sentono più coraggiose… insieme.

Per qualche strano motivo si pensa sempre che per poter andare a fare una camminata nei boschi bisogna esser guidati, e si pensa solitamente alla guida escursionistica, al gruppo di sfegatati trekker che trasforma una qualsiasi gita in una corsa ad ostacoli.

Ma non deve necessariamente essere così.

Sarà che sono cresciuta nei boschi, da bambina abitavamo sul carso triestino, in una zona di nuovissima urbanizzazione, proprio al margine del bosco che si apriva sulla landa carsica. I pomeriggi si passavano così, a giocare nel bosco, a inventare giochi con cortecce, sassi, terra, piante. E le domeniche con le cugine, zie e zii si andava a scampagnare in Slovenia. Gamberi di fiume, nocciole, asparagi, funghi, stropacui (frutto del corniolo), frittelle di sambuco e di acacia.. Nessuno guidava nessuno – si andava e basta. Ognuno aveva la libertà di poter fare esperienza della natura, del bosco, delle piante, il loro profumo, le loro caratteristiche, per quanto spiacevoli potessero anche risultare (la bardana nei capelli, il tarassaco che macchia, il dittamo che ti fa venire le bolle, l’ortica urticante, le more spinose).

Il video racconto di questo splendido viaggio in Cornovaglia

E così poi è rimasto anche nella mia vita da grande. La sicurezza di sentirmi sempre esploratrice. Sempre a mio agio negli elementi naturali. La libertà di andare in un bosco che non conosco. L’entusiasmo di mettermi alla prova e venirne a capo.

Ecco, mi piacerebbe che nei miei viaggi ci fosse sempre questo spazio di spontaneità, di ‘controllata’ improvvisazione (con la dovuta documentazione a priori).

E quindi continuerò a sperimentare passeggiate semplici e sicure in luoghi spettacolari e di condividerli con chi a me si affida, nella lentezza che caratterizza noi donne di fiori.

Vi abbraccio forte e vi auguro un bellissimo weekend

Erica

6 thoughts on “Non serve una licenza per passeggiare

  1. Silvia says:

    Non posso non fare la mia riflessione a seguito della tua. Non ho ancora passeggiato con te ma ti ho conosciuta attraverso un’ amica e quindi per ora ho solo visto attraverso ciò che scrivi e che hai fotografato la bellezza di ciò che trasmetti. Magari quanto prima anche io intraprendero questo andare insieme a te. Comunque credo che tutto scorra e si trasformi…e ciò che noi dobbiamo fare è seguire questa trasformazione senza ostacolarla perché fa parte del nostro viaggio interiore. Noi poi nel mondo in cui viviamo facciamo tanta fatica a sentirci liberi. Siamo abituati a pianificare controllare. Non lasciamo nulla all improvvisazione. E credo quindi che questa idea di improvvisazione/esplorazione controllata sia meravigliosa. Grazie. Spero di sperimentate presto con te questo andare lento.
    Silvia

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    1. ericavaccari says:

      Grazie Silvia, concordo con te sulla necessità di lasciar scorrere e accogliere quello che viene…
      vero, è difficile lasciar andare il controllo … magari allentiamo solo un po’ la corda intanto .. 😊🌸☘️

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      1. Stefania says:

        Bello quanto hai scritto Erica,
        spero il prossimo anno di poter partecipare anch’io insieme a mia figlia ad un tuo viaggio.
        Sarebbe un bel desiderio che si avvera…regalarle ( e regalarmi ) per i suoi 18 anni un’esperienza simile: paesaggi meravigliosi gustati lentamente, essere circondate da tanta bellezza insieme a poche altre persone che condividono la stessa passione.
        E poi….che bella l’espressione che hai usato: ” donne di fiori ” !

      2. ericavaccari says:

        Ciao Stefania, lo speriamo anche noi! Vi aspettiamo!

  2. cristina says:

    Ciao Erica, ti ho scoperto un po’ di tempo fa, ma i ritmi della vita quotidiana sono diversi da quelli vacanzieri; almeno per quelli come me che della vacanza apprezzano l’andar lento non omologato e un po’ solitario proprio quello che tu abbini ai tuoi viaggi in Italia o all’estero è per questo che spero proprio di poter presto condividere la scelta di un tuo itinerario che sen’altro avrà il fascino d irresistibile per noi della natura. Ciao e complimenti per “Non serve una licenza per passeggiare”

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