7 agosto 2020
Oggi si conclude questo primo assaggio di immersione totale in un giardino inglese, durata un mese, in qualità di giardiniera volontaria.
Per non dimenticare, per incoraggiare chi desidera fare un’esperienza simile, o per chi semplicemente desidera sognare un pochino insieme a me, ho pensato di raccontare la mia esperienza sotto forma di diario con immagini.
Da oggi e per alcune settimane, pubblicherò le singole giornate con foto e racconti, incluse note sulle piante, varie e e eventuali.
Vi aspetto!
Erica Vaccari
15 maggio 2020
Arriva il giorno dell’incontro con la curatrice dell’Orto Botanico della mia città a cui avevo già telefonato una decina di giorni fa per offrirmi volontaria. Formalissima al telefono, mi da appuntamento per oggi. Io ovviamente non sto più nella pelle, ho solo voglia di mettermi al lavoro – avendo esaurito la terra a mia disposizione a casa, avendo ormai impostato l’orto e la nuova scarpata dietro il garage, avendo tutto il tempo che mi ritrovo a disposizione avendo dovuto cancellare tutti i viaggi del 2020, ma avendo la cassa integrazione grazie al cielo, sento l’esigenza di offrire il mio tempo a qualcosa di più grande, ovviamente con le mani nella terra. Nelle settimane passate ho contattato altre persone che conosco per offrirmi volontaria, ma avendo loro aziende, il volontariato non è possibile per questioni fiscali, problemi a giustificare la presenza di una persona non assunta e non retribuita. Peccato penso… Io prendere subito un volontario capace ad aiutarmi con Viaggi Floreali.
Insomma, armata del mio solito entusiasmo, mi presento puntuale all’incontro al Giardino Botanico, mi annuncio come richiesto, e mi viene detto di attendere 15 minuti. Approfitto per fare una passeggiata e vedere bene di cosa ci possa esser bisogno urgente.
Mi son sempre chiesta per quale motivo lo chiamino botanico perchè a parte una bella serra in ferro, un cedro e dei parterre pieni di Rosa ‘Iceberg’ davanti la serra, non c’è tanto altro. Passeggiando noto che ci sono i cartellini su una serie esigua di alberi e arbusti, due Aceri giapponesi, una Deutzia, un Philadelphus, dei Carpini, alcune rose rampicanti. Mi chiedo come mai non ci siano aiuole fiorite, o aiuole con le piante tipiche del Carso – una delle zone più ricche e variegate in termini di patrimonio genetico. Noto che non ci sono panchine.
Vado a sbirciare sul retro della serra e trovo una aiuola piena zeppa di Iris barbate bellissime, in una zona chiusa al pubblico, completamente infestate dalle erbacce. Adiacente all’aiuola, una bellissima serra con banconi per rinvaso e sistema di irrigazione, completamente abbandonata, usata per parcheggiare il trattorino tagliaerba. Già mi vedo a rimetterla in vita, a propagare piante da seme e talea, a fare un’aiola con le piante autoctone del Carso, a dividere le Iris e creare aiuole fiorite: insomma sono molto entusiasta perchè vedo che forse c’è spazio per me.
Ma ecco che arriva la curatrice che mi lascia subito confusa: è vestita elegantissima, di nero, con i tacchi, con una collana di perle e occhiali firmati. Adesso è vero che l’abito non fa il monaco, ma essendo io abituata a girare tanto per giardini, e anche i Lord e Lady inglesi nel loro giardino si fanno trovare in tenuta da lavoro, la sua mise mi è sembrata completamente incongruente con il ruolo.
La formalità della telefonata persiste e mi accompagna a fare il giro del giardino parlando come se mi stesse guidando in una galleria d’arte o meglio in una gioielleria.
Insomma nell’ora di colloquio itinerante ho capito che si chiama Giardino Botanico per poter avere dei fondi, è bastato mettere i cartellini a quelle 10 piante, non ci sono panchine pur avendo un bel prato, perchè la gente veniva qui e si portava da mangiare e da bere, e noi non vogliamo; non ci sono aiuole fiorite perchè comporterebbe troppo lavoro per i 3 giardinieri e non ci sono fondi per un giardiniere in più, gli alberi sono vecchi e mal messi, ma non li toccano perchè questo è un monumento storico della famiglia che lo ha donato al Comune; non ci sono aiuole con piante spontanee del Carso perchè hanno da poco fatto costruire, e mi porta orgogliosa a vederlo, un nuovissimo centro didattico interattivo di ultima generazione che spiega ai ragazzi delle scuole appunto le piante del Carso ed il fenomeno del Carsismo.
Io ormai ero su tutte le furie. Ero indignata. Ho visto giardini grandi otto volte questo, pieni di fiori, di eccellenze botaniche dalla bellezza incredibile con soli 3 giardinieri. Ma al di là di questo, a che scopo spendere centinaia di migliaia di euro per fare un centro didattico quando basta fare due passi in natura a 1 km da questo giardino?
Il mio disappunto usciva da ogni poro ma capivo anche che questa tipa, evidentemente, era convinta di essere nel giusto ed era molto orgogliosa del suo operato. Che tristezza.
E’ evidente che non avevo più nessunissimo interesse a fare volontariato qui, ma come se non bastasse, mi ha detto che parlerà con i colleghi giardinieri e mi farà sapere se posso andare due orette di sabato, quando non c’è rischio di controlli, e solo se promettevo di non fare storie se mi fossi fatta male o avessi preso una zecca.
Non ci siamo mai più sentite ovviamente.
16 maggio 2020
Penso a dove potrei andare a fare un po’ di volontariato… penso a come poter sfruttare al meglio la mia estate di pausa forzata. Illuminazione! Ho una cara amica che vive nel Suffolk che mi invita sempre a stare da lei. Andiamo molto d’accordo, è una amante del giardino e insieme, quando possibile andiamo a visitare i giardini della sua zona. Ho pensato di chieder a lei se mi potessi fermare per un mesetto per poter fare la volontaria in un giardino che amo tantissimo, non lontano da casa sua.
Lei entusiasta, io di più… chiamo Adrian Bloom di Bressingham Gardens, che avevo incontrato già a gennaio e febbraio 2020 in occasione delle visite ai giardini invernali e mi propongo.
Formale e serafico come sempre, mi chiede di mandare un curriculum con la mia esperienza per capire che lavori mi potrà affidare.
Rimaniamo d’accordo che non appena riaprono i voli e tolgono la quarantena, io vado – Smashing! Dice lui e con un sorriso grande quanto il mio viso, chiudo la telefonata.
19 giugno 2020
Finalmente hanno riaperto le prenotazioni per i voli Trieste -Londra e prenoto il mio. Parto il 13 luglio. Bressingham arrivo!!!!!
12 luglio 2020
Valigia pronta con cesoie nuove, impermeabile da lavoro, pantaloni da muratore – ora tocca pensare alla bici.
Andrea, santo uomo, mi insegna a smontare la bicicletta per poterla mettere nella sua ciclovaligia e a rimontarla per poterla usare una volta giunta a destinazione.
Premetto che dopo aver fatto la preparazione di 6 mesi ed il tour del Triveneto, nel 2018, non ho MAI più usato la bicicletta da strada – non ne potevo più, soprattutto dello stress di pedalare su strade strette, trafficate di camion. Ma in questo caso vado in campagna, zona rurale.. andrà bene.. e poi comunque non ho alternative.
Ho deciso di fare questa esperienza, senza però gravare sull’economia, data la perdita totale del lavoro dell’anno causa Covid-19, mi sembrava inopportuno buttare via soldi per noleggiare una macchina per un mese. In fin dei conti sono solo 15 km dalla casa della mia amica Judith al giardino di Bressingham. Andrea guarda la mappa, mi tira fuori il percorso più diretto, il dislivello sembra minimo – ti serve mezz’ora per arrivarci, dice. Perfetto, penso. Mi rimetterò anche in forma fisica. Riscrivo a Adrian e mi offro di arrivare 1,5 h prima dell’inizio del mio orario di lavoro per aiutare a preparare il giardino per le riprese televisive del programma ‘Best English Gardens’ che si terranno questa settimana.
13 luglio 2020
Si vola!!! oggi finalmente salgo sull’aereo che mi riporta, dopo 5 mesi, nella mia amata Albione. L’aeroporto di Trieste da cui parto è vuoto. Sul nostro volo siamo in trenta al massimo. Tutto fila liscio come non mai. A bordo tutti con le mascherine, file intere di sedili vuoti ma il sistema automatico per l’assegnazione casuale del posto a sedere di Ryanair (mi rifiuto di pagare per scegliere dove sedermi) mi mette vicino ad un’altra persona…. Incredibilmente la hostess, peraltro tiranna, mi offre di spostarmi ad una fila vuota. Hurrà… davvero tutto fila stra liscio.
Atterriamo in orario a Londra, dove per la prima volta non ho fatto la fila ai controlli – era VUOTO.
Ritrovo la mia valigia e ciclovaligia in perfette condizioni e trovo la mia amica Judith ad aspettarmi. Bentornata in Inghilterra!!!
Grazie Erica, della tua lucidità, del tuo entusiasmo, e della forza vitale di reagire a questa Italia, giardino d’Europa e sede di innumerevoli meraviglie che sprofonda nell’ignoranza e nella decadenza. Lo so, nonostante tutte le fatiche e gli sforzi che richiede rilanciarsi come sai fare tu, ci si risente vivi atterrando in un paese come l’Inghilterra, che al netto dei suoi problemi, è un luogo di intelligenza e disponibilità prima di tutto giardiniera. Grazie di condividere la tua esperienza! p.s. Ho già voglia di leggere la prossima puntata!!!