Bressingham – Diario di una volontaria giorno 1

Eccitatissima per il primo giorno di lavoro mi sveglio all’alba, faccio gli esercizi per schiena e anche (ho 4 ernie che richiedono molta attenzione e collaborazione), mangio tutte le cose ‘giuste’ (essendo diabetica insulino-dipendente e’ essenziale programmare quello che mangio anche in base all’attività fisica prevista rispettando orari, tempi di assorbimento dell’insulina ecc..) e imposto il GPS per la pedalata che mi porterà da casa di Judith al giardino. Memore della nota di Andrea sulla mezz’ora di strada parto con largo anticipo.

I chilometri pero’ sono di più’, non è proprio tutto pianeggiante, ma soprattutto, c’è un bel vento che mi soffia contro… morale della favola: arrivo tardissimo, sudatissima e imbarazzatissima. Ad accogliermi trovo una manata di uomini intenti ad arginare una mandria di vacche intrufolatesi misteriosamente nel giardino. Nessuno si è accorto del mio ritardo.

 

Senza troppi preamboli, dicendomi di lasciare la bici e lo zaino sulla siepe vicino alle mucche, Adrian Bloom mi accompagna alla carriola che ha preparato per me, piena di attrezzi, e mi mostra la zona da ripulire dalle erbacce. Io non vedo alcuna erbaccia, ma mi dice di togliere tutto l’Oxalis che cresce tra l’Ajuga e la Festuca glauca: a me sembrano stare tanto bene insieme, questo trifoglio ha lo stesso colore dell’Ajuga e non mi disturba per niente. Mi dice già quali saranno i prossimi compiti, se dovessi finire velocemente. Mi lascia da sola alle prese con l’Oxalis. Non mi faccio troppe domande, anche se forse mi  aspettavo un’accoglienza diversa… una introduzione… due dritte sugli strumenti nella carriola.

Non ricordo di aver mai odiato una pianta, ma questo Oxalis è ora il mio peggior nemico. Si insinua in mezzo a piante fittissime e toglierlo è un lavoro davvero fastidioso. Se poi non hai idea di come fare e non hai idea a cosa servono gli attrezzi nella carriola… il lavoro non finisce più.

Insomma la giornata passa in ginocchio a inveire contro il minuscolo trifoglio, per fortuna mi basta alzare lo sguardo per ricordare il motivo per cui sono qui, ma vi assicuro che le mie ernie me l’hanno ripetutamente chiesto. Arriva ora di pranzo. Io e la mia gamellina (il pranzo me lo porto da casa così so quanti CHO mangio e son certa di fare la giusta dose di insulina) ce ne andiamo a sedere su una panchina che gode di una gran bella vista del giardino. Mangiando osservo i pochi visitatori ammirare increduli le copiosissime fioriture, mi godo gli uccellini cinguettare, le lepri attraversare furtive i sentieri tra una aiuola e l’altra, consapevolissime del rischio che corrono (nei giardini inglesi Peter Rabbit non è un amico.. è causa di innumerevoli danni e non sono esattamente benvenuti), ma soprattutto osservo la rilassata operosità dei miei colleghi, che ancora non conosco, ma che già stimo per come è tenuto il giardino.

Non ho voglia, o meglio la schiena mi implora di non tornare alla lotta impari con l’Oxalis e ricordando che avevo altri compiti da svolgere decido di variare. Sterminare il ‘willow-herb’ ovvero Eplobium hirsutum. Fantastico – viene via molto facilmente è alto circa 30 cm e non devo inginocchiarmi, penso. Ma più ne togli e più ne vedi, e più ti abbassi e più ne trovi, e per prenderli ti tocca strisciare sotto le piante. Ora è il momento di toglierlo tutto essendo fiorito e nel giro di giorni se ne va a seme, diventando davvero infestante.

Arrivano le 15.50 e magicamente si materializza Adrian Bloom a sentire come è andata la giornata, gli chiedo un feedback sul mio operato, soprattutto per l’oxalis. Gli dico che ho fatto una fatica bestia e che soprattutto mi spiaceva distruggere anche l’Ajuga per poter togliere tutto il trifoglio. Lui candidamente dice: riprova, devi togliere fino all’ultima radice. Mi rendo conto che io ho praticamente strappato le foglie lasciando tutte le radici nella terra. E’ talmente piccolo e sottile che a questo punto penso che forse il signor Bloom mi ha voluto mettere alla prova. Se passo la prima giornata indenne, allora mi prenderà sul serio e magari mi darà dei compiti più interessanti ed educativi? Staremo a vedere.

Inforco la mia bici e faccio i 18 km che mi riportano a casa.

NOTA SUI CONIGLI:

I conigli mangiano fino a 500 g di materiale vegetale al giorno, specialmente prato e numerosi generi di piante perenni, per non parlare del grande danno che fanno agli alberelli, di cui mangiano la corteccia quando non trovano altro inizio primavera. Una coniglia può avere fino a 5 cucciolate l’anno con fino a 6 coniglietti per volta. In un giardino come Bressingham, dove la terra e’ sabbiosa, il ‘warren’ ovvero il sistema di tunnel scavati dai conigli che può contenere fino 100 conigli, può crescere enormemente ed apportare seri danni anche alle radici di alberi più grandi. In generale ai conigli si spara di sabato. In genere si mangiano.

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