28 LUNEDì
Che sorpresa ci attende a Truro. Oltre alla piacevole atmosfera cittadina con la sua antica cattedrale, i negozi carini e molta gente in giro (le scuole sono chiuse in vista della festa di Halloween!), abbiamo un appuntamento a Bosvigo House dove la signora Wendy ci aspetta per illustrarci le modalità di accesso alla sua casa e al giardino. Arriviamo davanti all’antica dimora attraversando un classico vialetto di ghiaia con siepi. Un po’ di tristezza quando un cartello esposto all’ingresso informa i visitatori che il giardino è dedicato alla figlia della proprietaria, morta nello tsunami del 2004, ma va bene così, è giusto ricordare ed esprimere il proprio dolore per andare avanti. Infatti mi colpisce molto la simpatia e l’energia della proprietaria: la signora Wendy che vive da sola in questa immensa casa vecchia di secoli, condividendola con un fantasma che abita in una stanza al primo piano dove lei non mette piede: una convivenza naturale e pacifica! In questa casa si può godere, su richiesta, di una visita guidata, impreziosita di racconti e curiosità come il motivo dell’ampiezza di scale e passaggi: le donne che qui hanno abitato nei secoli passati, indossavano le ampie gonne con sottogonna di crinolina per cui esisteva addirittura un apposito vano-armadio nel muro, e quindi porte e scale dovevano permetterne il passaggio.

Passiamo un bel po’ di tempo in cucina sorseggiando caffè, per mettere a punto un eventuale incontro con i gruppi: la lady è molto presa dal menù da proporre, e per almeno 10 volte l’ascoltiamo cambiare idea a riguardo…. Ma quel anche conta qui, è la cornice in cui il menù in questione verrà proposto: una magnifica sala con pavimenti di pietra originali, una splendida cucina economica in ghisa di fine 800 e arredi d’epoca rustici ed accoglienti.
L’intraprendente signora si è inventata un bellissimo modo per non stare sola!!!
Anche il giardino presenta scorci piacevoli, anche se è chiaro che la stagione non è quella giusta. Si intuiscono le grandi fioriture primaverili di rododendri, azalee e camelie, le aiuole con le perenni estive, i grandi e antichi alberi sono invece in piena forma, cominciano appena a perdere le foglie. Di particolare notiamo una collezione di Helleborus che però in questo periodo si presenta come una disordinata distesa di ciuffi verdi. E mentre le campane della Cattedrale di Truro suonano il mezzogiorno, lasciamo la dolce lady con la sua micetta Queenie nella loro very british dimora.

Prossima tappa: OCEANO!!!
Eh sì oggi è il gran giorno in cui per la prima volta incontro l’Oceano Atlantico. Per questo appuntamento scegliamo Portreath che si trova all’inizio di una splendida strada che offre scorci splendidi di pascoli e mare, di verdi e di blu…
Portreath è dotata di spiaggia sabbiosa, scogliera, vento fortissimo e una Public House di sapore e nome marinaro, il Waterfront Inn con ampie vetrate vista oceano e arredo white, che si rivelerà presenza salvifica quando l’improvviso acquazzone cornish ci farà correre via dalla spiaggia. Ma cominciamo dall’inizio. Parcheggiamo nella baia, siamo accolte da un vento..direi notevole anche per noi che al vento siamo avvezze, e che ci costringe a stratificare giacche, giacconi, guanti, sciarpe, berretti…mentre un gruppetto di ragazzi indigeni palleggiano nel campo di calcio in calzoncini corti e t-shirt!!!! E a questo punto del viaggio che prendiamo consapevolezza della curiosa “termicità” del popolo cornish! Ma ne parleremo tra poco e anche più in là.

Con il nostro look multistrato affrontiamo la scalinata che protegge con il suo alto muro la spiaggia, ed ecco che Mr Oceano ci si presenta davanti smagliante con le sue onde, il suo risucchio, il suo fragore… Onde altissime che creano un ampissimo bagnasciuga dove due cuccioli cornish in maniche corte (of course) giocano ad entrare nel mare e a scappare all’arrivo della lunghissima onda: ecco che nasce questa bellissima immagine sulla relatività.
Prese da gommose alghe, lucide pietre e frastornate dal rumore del grande oceano che schiaffeggia le alte scogliere che orlano la spiaggia, veniamo sorprese dal sopra menzionato acquazzone, tipicamente cornish ovvero orizzontale, che ci costringe ad una rapida ritirata nel Waterfront Inn per sorseggiare qualcosa di caldo prima di continuare il nostro viaggio verso ovest.
La meta di oggi è St Ives o più in là se avremo tempo, alla ricerca del mitico Land’s End dove il mondo finisce…
Torna il sole, in tipico stile tropical-british, percorriamo con piacere questo splendido tratto di strada (B3301) e ci concediamo una emozionantissima pausa come quella su Hell’s Mouth. Un panorama mozzafiato affacciato sull’oceano da un terrazzo d’erba dove solo il buonsenso ti impedisce di volare giù per non tornare più in questo mondo. Assolutamente VIETATO a incoscienti, ubriachi, bambini disubbidienti e paurosi di ogni tipo!

Come dice Erica, uno dei posti più belli mai visti: condivido! Soprattutto per la scarica adrenalinica che ti dà tutto questo cielo, questo suono di mare e di vento che cancella tutto il resto: ci sei solo tu con i tuoi pensieri e la grande madre natura….niente scalette, parapetti di sicurezza, panorami attrezzati con panchine e cannocchiali, solo tu, il tuo buon senso e alla fine….il consueto piovasco orizzontale che ferma questi pensieri per indurci ad una precipitosa ma divertente corsa in discesa. Peccato andare via da qui soprattutto se a darti il saluto arriva una raffica di arcobaleni. No, non possiamo partire proprio adesso, godiamoci almeno uno di questi archi colorati che qui hanno davvero un sapore speciale.

Via adesso, vogliamo raggiungere St. Ives prima del buio. Ce la facciamo, arriviamo alle 4 e mezza, giusto in tempo per apprezzare i colori del crepuscolo. Lo spettacolo del tramonto non è previsto, il cielo si fa grigio e la solita pioggia fermerà anche qui la nostra passeggiata…

La città si sviluppa sul fianco della collina che scende verso la spiaggia, noi arrivando dall’alto godiamo di una bella vista sulla città, con i suoi tetti ricoperti di muschio ed erbette di varo tipo: un colpo d’occhio davvero bello, le antiche case con i tetti di pietra ricoperti di verde, come praticelli….e in basso la sabbiosa spiaggia e il dedalo di stradine a farle da cornice. Ci addentriamo nei stretti viottoli pieni di gente (anche in tenuta da surf, con gocciolante muta, ciabatte e tavola da surf sotto il braccio), ed entriamo ed usciamo dai piccoli graziosi negozietti, incerte tra l’acquisto di maglioni di lana ed impermeabili prodotti localmente che esibiscono sull’etichetta la certificazione di resistenza alla pioggia orizzontale della Cornovaglia! Anche la scelta del Pasty da consumare per cena, si presenta ardua, è pieno di tentazioni alimentari che occhieggiano dalle vetrine.
Pasty: tipico pasto della Cornovaglia dal 2003 riconosciuto IGP! E un fagottino di pasta ripiena di carne o uova o verdure o di tutto un po’, nato come pasto per i minatori.

Prima di scegliere il pasto quotidiano, vogliamo scendere fino al mare e passeggiare lungo la spiaggia. Purtroppo quest’intento e l’entusiasmo vengono smorzati dal gelido piovasco che ci fa precipitare in un Tea-Room, dove, circondate da torte in luccicanti alzate di vetro, ordiniamo il nostro typical cornish pasty. Successivamente scopriamo di essere capitati nell’unico posto della città dove il pasty che viene servito è Gluten-free!!! Mi rimane la voglia di provarne uno normale.. La sera è ormai scesa e dobbiamo percorrere un bel po’ di strada per raggiungere Littlearnick Farm a Looe dove abbiamo prenotato la stanza per stanotte.
Lasciamo quindi l’oceano e ci infiliamo nella grande viabilità con il rimpianto di non avere una sistemazione più vicina che avrebbe potuto permetterci di tornare domani alla ricerca di nuovi scorci ed emozioni oceaniche!
Siamo nelle tenebre tra strette strade di campagna, quando il fido navigatore di I-Pad insiste sul farci imboccare un improbabile viottolo che mai e poi mai due donne sole in una sciccosa Audi Coupè, in terra straniera, si sognerebbero di entrare. Ma eccoci arrivati a casa della carinissima e very english signora che riceve i suoi ospiti nella grande casa di campagna. Tutto molto british, il caminetto acceso nella sala, la stretta scala che porta al piano superiore, moquette ovunque, doccia elettrica, riviste di giardinaggio in consultazione, thè e caffè in camera, tripli cuscini, trapunta a fiori, tendaggi in tinta….
29 MARTEDì

Super colazione e super sorpresa uscire al mattino con il sole ad illuminare i prati che le tenebre inghiottivano al nostro arrivo ieri sera.
Oggi non sono previsti incontri, quindi ci godiamo una mattina turistica con visita a Looe e Polperro, carinissimi villaggi costieri affacciati sulla Manica. Looe ci accoglie con un’infilata di negozietti per turisti (un paio a dir la verità, niente in confronto a ciò a cui siamo abituati nelle nostre città). Sul canale che divide in due il villaggio, parecchi bambini pescano granchi o meglio molti granchi si lasciano catturare dai bambini che, felici dell’abbondanza del loro pescato, li rigettano in mare.

Looe si sviluppa sulla foce dell’omonimo fiume al di qua e al di là delle sue sponde, per finire sulla tranquilla spiaggia dove il fiume si getta nel mare. Segnali turistici ci informano sulle regole di balneazione e vari banchetti informativi vendono gite in barca alla scoperta delle coste e delle isole. Da ricordare un paio di costruzioni: una chiesa trasformata i condominio con tanto di citofono sul portone, ed un’antichissima casina di pietra a calce e vecchie travi di legno, tutta sghemba e dalla magica atmosfera da casa delle streghe o forse meglio, da bettola di pirati.

Ma l’atmosfera piratesca è più presente a Polperro, che si trova un po’ più a ovest sullo stesso tratto di costa. A Polperro si entra a piedi, la macchina va lasciata nel grande parcheggio prima di imboccare il canale su cui sorge il villaggio. Una breve passeggiata tra simpatici negozietti di souvenir in stile marino, vetrine con leccornie tentatrici e curatissime case tutte in fila con le bianche facciate, i tetti a punta, le finestrelle riquadrate e il curatissimo giardinetto, ci conduce al mare. Qui, lo stretto imbocco naturale del porto protetto da alte rocce, fa venire in mente storie di pirati e marinai ben protetti da incursioni indesiderate. A destra del piccolo porto un sentiero ci porta alla scogliera da cui godiamo di un altro grande panorama.

Manca la drammaticità dell’oceano, qui sai che dall’altra parte c’è l’Europa; un piccolo pub sul porto ti ricorda che è l’ultimo posto in cui bere una birra prima… della Francia! Non resistiamo alla tentazione di una passeggiata fangosissima in costa alla scogliera verso ovest ma, a parte un romantico passaggio di pescherecci sotto di noi, non ho particolari spunti di cui parlare. Ci facciamo infinocchiare al ristorantino che ci serve una gustosa crema di carote Knorr e lasciamo questa chicca marinara per raggiungere la nostra sistemazione notturna di oggi.
Anche la Cornovaglia rimane alle spalle mentre percorriamo il Devon alla ricerca di un nuovo giardino da visitare. Non ricordo il nome ma ricordo la riccioluta proprietaria che assomiglia moltissimo alla pazza insegnante di divinazione in Harry Potter interpretata da una riccioluta Emma Thompson. In questo giardino il gelo ci attanaglia mentre percorriamo curiosi intrecci di ramaglie e tubi di alluminio…Molto spiritosa, al limite del raggiro, l’idea del “giardino di muschio”: vedere per credere! Una zona particolarmente umida nel boscoso giardino dove il muschio cresce spontaneo come in ogni zona umida di qualsiasi bosco!
Intirizzite e stanche ma soprattutto affamate, ci mettiamo in viaggio verso il B&B Stone Cottage e guidate dal fido navigatore e alla fine dall’appetito stuzzicato da un delizioso profumino, troviamo mr Robert che ci accoglie tra le tenebre di questa ennesima sperduta strada tra boschi e campagna. Da citare l’entrata in scena poco prima, di un gentiluomo che con la torcia è uscito dalla sua casa per chiederci se avevamo bisogno di aiuto: evidentemente non passano di qua in molti e avendoci sentite passare più di una volta si è allarmato. Gentilezza d’altri tempi: Country Style!

Mr Robert sta preparando la cena per sé e la sua compagna, non sembra ci stessero aspettando, c’è stato un malinteso sulla prenotazione, ma non importa, la stanza è pronta, possiamo appropriarcene. Forse non aspettandoci, non hanno previsto di fare le pulizie però… ma chi se ne frega, l’atmosfera è così piacevolmente familiare, la casina così accogliente, il focolare scoppiettante che fa da sottofondo ai rauchi miagolii della vecchia micetta, che non ci formalizziamo quando nel cestino delle marmellate c’è qualcosa che cammina…l’importante è che non salti!
